
Nel corso del 2024 l’INPS ha mostrato significativi segnali di miglioramento nell’efficienza della gestione delle prestazioni, soprattutto per quanto riguarda pensioni, NASpI e invalidità civile. È quanto emerge dalla più recente relazione di verifica del Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell’Istituto, che delinea l’evoluzione di un ente in trasformazione, sempre più orientato ai bisogni dell’utenza e capace di affrontare sfide amministrative complesse.
Uno degli aspetti più rilevanti riguarda l’accelerazione dei tempi medi di accoglimento delle domande di pensione. Nel settore privato, ben il 71,1% delle richieste è stato accolto entro 15 giorni, mentre un ulteriore 10,6% ha ricevuto risposta tra i 15 e i 30 giorni. Complessivamente, l’81,7% delle pratiche è stato evaso entro un mese, in netto miglioramento rispetto al 76,2% del 2023. Nel settore pubblico, i risultati sono ancora più incoraggianti: l’86,7% delle domande è stato accolto entro 15 giorni, contro il 71,5% dell’anno precedente.
Buone notizie anche per quanto riguarda la NASpI, la cui efficienza di gestione continua a crescere. Nel 2024 il 93% delle domande è stato accolto entro 30 giorni, rispetto al 91,5% del 2023. Un dato che riflette un percorso amministrativo più fluido, con effetti positivi sui lavoratori disoccupati che necessitano di un sostegno tempestivo.
Sul fronte dell’invalidità civile, la situazione è più articolata. I tempi medi complessivi – che comprendono sia la fase dell’accertamento sanitario che quella amministrativa – si sono ridotti nel 2024 a 140 giorni, in calo rispetto ai 144 giorni del 2023. Tuttavia, permane una criticità nella fase specifica dell’accertamento sanitario, dove si è verificato un lieve aumento dei tempi di attesa: dai 120 giorni del 2022 si è passati a 125 nel 2024. Questa fase, prevalentemente in carico alle aziende sanitarie locali, presenta forti disomogeneità territoriali, a conferma di un problema sistemico ancora da risolvere.
Parallelamente, il Civ segnala un paradosso interno all’organizzazione dell’Istituto: nonostante la progressiva riduzione del numero degli ispettori di vigilanza (passati da 884 a 761 nell’ultimo triennio), il numero delle ispezioni è aumentato, passando da 9.202 nel 2023 a 9.701 nel 2024. Un segnale che evidenzia uno sforzo di ottimizzazione delle risorse umane disponibili, pur in un contesto di crescente complessità delle attività ispettive.
Permangono invece difficoltà significative nella liquidazione del TFR e del TFS per i lavoratori pubblici. Secondo il Civ, i ritardi sono dovuti in parte a una normativa che richiede aggiornamenti, e in parte a inefficienze organizzative interne all’INPS. A ciò si aggiunge il persistente problema dei crediti inesigibili, che continua a rappresentare una voce critica nella gestione finanziaria dell’Istituto.
Nel complesso, il 2024 si presenta come un anno di transizione e consolidamento per l’INPS. L’Istituto si muove verso un modello gestionale sempre più orientato all’utente e capace di risposte rapide, senza tuttavia perdere di vista le sfide strutturali che ancora richiedono interventi profondi, sia a livello normativo che organizzativo.