Pensione di reversibilità: cos’è, chi ne ha diritto e come si calcola

La pensione di reversibilità è una prestazione economica erogata dall’INPS ai familiari di un lavoratore assicurato o pensionato deceduto. Il beneficio spetta non solo al coniuge superstite, ma anche ad altri familiari come figli, genitori e fratelli, a condizione che rispettino determinati requisiti legali ed economici.
L’ammontare dell’assegno è determinato sulla base della pensione percepita dal defunto e della situazione reddituale dei superstiti, poiché la pensione di reversibilità può essere cumulata con altri redditi e trattamenti pensionistici.

Vediamo nel dettaglio cosa prevede la normativa, chi può beneficiare della reversibilità, come si calcola e quali sono i limiti di cumulabilità con altri redditi.
Differenza tra pensione indiretta e reversibilità
Il termine “pensione ai superstiti” può riferirsi a due tipi di prestazioni:

  • Pensione indiretta: concessa ai familiari di un assicurato deceduto che non era ancora pensionato.
  • Pensione di reversibilità: riconosciuta ai familiari di un pensionato deceduto.

In entrambi i casi, è necessario che il defunto abbia maturato almeno 15 anni di contributi, oppure 5 anni di contributi di cui almeno 3 versati nei 5 anni precedenti alla morte.

Lo scopo della pensione ai superstiti è quello di garantire un sostegno economico ai familiari, in misura proporzionata al contributo economico che il defunto forniva.
Chi può ottenere la pensione di reversibilità
La pensione di reversibilità spetta ai seguenti soggetti:

  • Coniuge o partner unito civilmente, anche se legalmente separato;
  • Coniuge divorziato, se:
    • titolare di assegno divorzile,
    • non risposato,
    • e se il rapporto assicurativo del defunto è iniziato prima della sentenza di divorzio;
  • Figli minorenni;
  • Figli inabili al lavoro, senza limiti di età;
  • Figli studenti a carico, fino a 21 anni (scuola media superiore o professionale);
  • Figli universitari, fino a 26 anni e per la durata legale del corso di studi.

I figli studenti hanno diritto alla prestazione anche se svolgono attività lavorativa, purché il reddito annuo sia inferiore al trattamento minimo INPS maggiorato del 30% (circa 800 euro nel 2025).
In assenza di coniuge e figli aventi diritto, possono beneficiare della pensione:
non sono titolari di pensione,
Genitori del defunto, se:
– hanno almeno 65 anni,
– non sono titolari di pensione,
– e risultavano a carico del deceduto
Fratelli celibi e sorelle nubili, solo se:
– inabili al lavoro,
– senza pensione,
– e risultavano a carico
Quando non spetta la pensione di reversibilità
Il diritto alla pensione può venire meno in determinati casi, ad esempio:
Genitori titolari di pensioni diverse dalla pensione sociale.
Coniuge risposato: perde il diritto alla pensione, ma riceve un assegno una tantum pari a due annualità della reversibilità;
Figli studenti: perdono il diritto al termine degli studi o al superamento del limite d’età (21 o 26 anni);
Coniuge separato con addebito: se non riceve un assegno alimentare dal Tribunale;
Coniuge divorziato: se non è titolare di assegno divorzile o se il rapporto assicurativo è successivo alla sentenza;
Cumulo con altri redditi e pensioni
La pensione di reversibilità può essere cumulata con altri redditi, ma ciò può incidere sul riconoscimento di prestazioni come l’integrazione al trattamento minimo o l’assegno sociale.
Infatti, il reddito complessivo del beneficiario è preso in considerazione per determinare eventuali riduzioni dell’assegno di reversibilità.
Come si calcola l’importo della pensione di reversibilità
La prestazione è calcolata in percentuale sulla pensione percepita dal defunto. Le percentuali variano in base al numero e tipo di superstiti:
Coniuge solo: 60%
Coniuge con un figlio: 80%
Coniuge con due o più figli: 100%
Unico figlio superstite: 70%
Due figli (senza coniuge): 80%
Tre o più figli (senza coniuge): 100%
Fratelli/sorelle aventi diritto: 15% ciascuno

Decurtazioni per redditi elevati (2025)
Nel 2025, con il trattamento minimo salito a 617,89 euro, si applicano i seguenti limiti reddituali per la pensione di reversibilità:

  • Reddito fino a 23.579,22 €: nessuna decurtazione (100%);
  • Tra 23.579,22 € e 31.438,96 €: riduzione del 25%;
  • Tra 31.438,96 € e 39.298,70 €: riduzione del 40%;
  • Oltre 39.298,70 €: riduzione del 50%.

Nessuna decurtazione è prevista se il beneficiario ha figli minori, studenti o inabili nel nucleo familiare.
Domanda di pensione di reversibilità: come presentarla
La richiesta può essere effettuata online, anche tramite patronato. Il servizio telematico dell’INPS consente di compilare e inviare la domanda con tutta la documentazione necessaria.
I tempi di elaborazione sono generalmente inferiori a 30 giorni, ma possono arrivare fino a 90. La pensione decorre dal primo giorno del mese successivo al decesso dell’assicurato o pensionato.

Valeria Calafiore
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