Licenziamenti nelle piccole imprese: incostituzionale il tetto di 6 mesi di indennità, si sale fino a 18 mensilità

Una novità importante arriva dal fronte del lavoro: con la sentenza n. 118 del 2025, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il limite massimo di 6 mensilità per l’indennità risarcitoria spettante ai lavoratori licenziati senza giusta causa o giustificato motivo nelle imprese con meno di 15 dipendenti.

Si tratta di una svolta che interessa migliaia di lavoratori impiegati nelle piccole aziende, dove fino a oggi il risarcimento era contenuto in una fascia limitata. Con questa decisione, l’indennizzo potrà arrivare fino a 18 mensilità, ampliando così la tutela per chi subisce un licenziamento ingiustificato.

Vediamo in dettaglio cosa cambia e perché questa sentenza è così rilevante per lavoratori e datori di lavoro.

Cosa stabiliva la normativa precedente?

Nelle imprese con meno di 15 dipendenti, i lavoratori licenziati ingiustamente non avevano diritto alla reintegrazione (come avviene nelle aziende più grandi), ma solo a un risarcimento economico calcolato tra un minimo di 2,5 mensilità e un massimo di 6 mensilità dell’ultima retribuzione.

La Corte Costituzionale ha giudicato questo tetto massimo troppo basso, considerando che non garantiva un equo ristoro rispetto al danno subito, soprattutto per i lavoratori con una lunga anzianità di servizio.

Cosa cambia con la sentenza 118/2025?

Con la sentenza 118/2025, il tetto massimo di 6 mensilità è stato eliminato, e la forbice del risarcimento viene ora ampliata fino a 18 mensilità.

In pratica:

  • L’indennità minima resta 2,5 mensilità, ma
  • L’indennità massima passa da 6 a 18 mensilità, lasciando al giudice una maggiore discrezionalità per stabilire il risarcimento in base a:
    • Anzianità di servizio
    • Dimensione dell’impresa
    • Gravità della violazione
    • Condizioni personali e professionali del lavoratore

Perché questa sentenza è importante?

La decisione della Corte Costituzionale si basa su principi di uguaglianza e tutela effettiva del lavoro, ritenendo che un risarcimento così basso non fosse sufficiente a compensare la perdita ingiusta dell’occupazione, soprattutto per chi lavora da molti anni nella stessa azienda.

Inoltre, l’ampliamento della forbice dell’indennizzo può fungere da deterrente per comportamenti illegittimi da parte dei datori di lavoro, rafforzando il rispetto delle norme sui licenziamenti.

Chi può beneficiare della nuova indennità?

I beneficiari sono tutti i lavoratori dipendenti di imprese con meno di 15 addetti che subiscono un licenziamento dichiarato illegittimo da un tribunale, sia perché privo di giusta causa, sia perché privo di giustificato motivo oggettivo o soggettivo.

Anche i procedimenti in corso potrebbero beneficiare della nuova interpretazione, con una possibile revisione al rialzo dell’indennizzo.

Come tutelarsi in caso di licenziamento?

Se pensi di aver subito un licenziamento ingiusto, è fondamentale agire rapidamente:

  1. Rivolgiti a un CAF o Patronato per la verifica dei tuoi diritti.
  2. Contatta un avvocato del lavoro per avviare l’impugnazione.
  3. Presenta il ricorso entro 60 giorni dalla comunicazione di licenziamento.

Il nostro CAF ti supporta nella fase preliminare di consulenza e nella raccolta di tutta la documentazione necessaria.

Come il nostro CAF ti può aiutare

Il nostro CAF e Patronato è al fianco di lavoratori e famiglie con servizi dedicati:

  • Consulenza sui diritti dei lavoratori in caso di licenziamento
  • Supporto nella verifica del contratto di lavoro e delle indennità spettanti
  • Assistenza nella gestione di ISEE e prestazioni collegate al reddito, utili in caso di perdita occupazionale
  • Collaborazione con studi legali per casi complessi di contenzioso

Valeria Calafiore
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